OMELIA
Solennità dell’Annunciazione della B.V. Maria
25 marzo 2021
Letture:
Is 7,10-14; 8,10c
Sal 39
Eb 10,4-10
Lc 1,26-38
Carissimi fratelli e sorelle,
Interrompiamo oggi il lezionario quaresimale per fare posto a quello di una importante solennità: l’Annunciazione del Signore. E per noi di Andria questo giorno è legato al ricordo del prodigio della Sacra Spina verificatosi il 25 marzo del 2016, sono ormai 5 anni e ricordo che proprio qualche giorno dopo io sono venuto qui ad Andria per iniziare il mio ministero episcopale. Non dobbiamo mai smettere o trascurare di far memoria di questo privilegio che la nostra Chiesa custodisce, ed esprimere sempre al buon Dio la nostra immensa gratitudine per questo dono, che dobbiamo sempre saper custodire con amore e consegnare con fiducia creativa alle generazioni che verranno dopo di noi.
Carissimi, lo scorrere del tempo ha le sue regole, per cui oggi nella santa Liturgia facciamo memoria dell’Annunciazione, evento che si situa in una giornata, a partire dalla quale inizia il conteggio dei nove mesi, dal concepimento alla nascita, della presenza di Gesù nel grembo purissimo della Vergine Maria e dunque nella storia dell’umanità. Ebbene questi nove mesi si cominciano a contare proprio dal giorno, dal momento in cui Maria ha detto all’Angelo il suo: “Eccomi!”, come il brano evangelico di san Luca ancora una volta oggi ci ha raccontato. Tra nove mesi esatti sarà, infatti, Il 25 dicembre, giorno della celebrazione del mistero natalizio. Il figlio di Dio, dunque, entrando nel mondo, si assoggetta alle regole della vita, non viene a stravolgere nulla, ma dentro i ritmi della vita introduce il germe della salvezza dell’umanità.
Certo, Maria conosceva bene la Scrittura, per cui già alle prime parole del saluto dell’angelo certamente ebbe come un fremito, un sussulto del cuore e dell’anima. Non erano parole di un generico saluto, ma parole che evocavano antiche annunciazioni già presenti nella storia sacra. Ecco perché ci dice il testo che a quelle parole Maria rimase “turbata”, perché appunto ebbe come un’intuizione, che fosse entrato Dio nella sua vita in modo totalmente inedito e inatteso. Ed ecco perché l’angelo, nel continuare a rivolgersi a Maria le ripetete quelle parole che rappresentano come la firma di Dio in tante vicende narrate nella storia sacra: “Non temere”.
Di fronte a Dio la creatura umana il primo sentimento che prova è il timore. Ci dicono alcuni studiosi di quel tempo che tutte le ragazze di Israele, soprattutto quelle di alto rango, coltivavano nascostamente il grande sogno di essere scelte per essere la madre del messia. Maria di Nazareth, invece, per le sue umili origini certamente non ci aveva mai nemmeno pensato. Ecco perché, in quella situazione, già al vedersi salutata in quel modo avvertì, nella sua umiltà, l’immensa grandezza di quello che l’angelo stava per dirle.
Tutto l’annuncio poi non è altro che un dare le linee del meraviglioso disegno che dall’eternità Dio aveva pensato per realizzare la salvezza dell’umanità intera. E, ricevute le spiegazioni necessarie a riguardo del fatto che lei era fidanzata con Giuseppe, ma non ancora a lui legata da alcun vincolo, consegna la sua piena e incondizionata disponibilità al disegno di Dio. E non si gonfia di orgoglio, oggi diremmo: non si monta la testa, ma si dichiara semplicemente la “serva” del Signore, pronta a dare tutta la sua collaborazione perché si compia in lei la Sua volontà, pronuncia il suo sì con piena dedizione e consapevolezza.
E Maria, pur comprendendo l’altissima missione che Dio le affidava, è rimasta fin dal primo momento un’umile serva, pronta ad accogliere con piena disponibilità, anche mettendo da parte il suo progetto di vita, la Volontà di Dio del cui figlio si apprestava a diventare madre.
Preghiamo allora Lei, la Vergine madre, Maria, perché, contemplando oggi il mistero del suo “sì” detto al Signore con prontezza e generosità, avvertiamo con fede viva e intensa la Sua presenza di madre in ogni “sì” che Dio Padre ci chiede mentre scorre la nostra esistenza, Che lei, Madre amorevole, ci aiuti a compiere sempre la volontà di Dio, così come ogni giorno diciamo e come faremo anche fra qualche istante, ora che andiamo all’altare, recitando il Padre Nostro, la preghiera che Gesù stesso si ha insegnato.