Omelia Messa dell’aurora di Natale

25-12-2023

Letture:
Is 62,11-12
Sal 96
TT 3, 4-7
Lc 2, 15-20

Carissimi,

Nella pagina del vangelo abbiamo letto il prosieguo di quella letta nella Messa di questa notte. L’evangelista Luca, attraverso il racconto dei pastori ci descrive un vero e proprio itinerario di fede, un cammino spirituale che tutti siamo invitati a fare nostro, oggi. I pastori, infatti, dopo aver ricevuto l’annunzio degli angeli prendono la decisione di andare a Betlemme. La decisione interiore si traduce in gesti concreti e direi senza tentennamenti né lentezze: il testo, infatti lo sottolinea con una breve ma efficace annotazione: «Andarono senza indugio».

Certo, per muoversi nella notte la visione degli angeli dovette essere davvero dirompente. E questa sollecita risposta li porta alla scoperta «Trovarono Maria, Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia». Ci ha detto l’Evangelista Luca che riferirono a Maria e Giuseppe la visione degli angeli, suscitando il loro stupore, e poi, concludendo il racconto, ci ha detto che se ne andarono glorificando e lodando Dio. Il loro racconto è contagioso: suscita stupore in quelli che lo ascoltano. Lo stupore è la reazione che nasce di fronte a qualcosa di grande e di inatteso, lo stupore è il primo passo dell’itinerario che porta alla fede. I pastori, credenti, oggi si fanno nostri maestri nel cammino di fede, generano così nuovi credenti.

Carissimi, per celebrare un vero Natale, un Natale cristiano, anche noi prendiamo lezione da questi maestri davvero particolari: i pastori: prendiamo anche noi la decisione di metterci in cammino, uscendo dall’indifferenza e dalla pigrizia e andiamo ad incontrare il Bambino di Betlemme. Lasciamoci toccare dalle cose viste ed udite, custodiamo nel silenzio del cuore il mistero di questo Dio che si fa piccolo per poter abitare accanto a noi. E, custodendolo nel cuore, apriamoci al canto, alla lode e soprattutto alla testimonianza gioiosa che certamente contagerà chi ci è vicino.
Che sia così il nostro Natale in questo anno davvero particolare, così tristemente segnato da eventi di dolore e di guerra in tante parti del mondo, ma certamente non privo della presenza in mezzo a noi del divino bambino, nostro salvatore.