Letture:
Is 40,1-5.9-11
Sal 103
Tt 2,11-14;3,4-7
Lc 3,15-16.21-22
Appena due giorni fa abbiamo celebrato la solennità della Epifania e abbiamo contemplato Gesù bambino visitato e adorato dai Magi e oggi la liturgia ci presenta Gesù ormai adulto che viene battezzato da Giovanni Battista. In due giorni abbiamo fatto un salto di circa trent’anni, dei quali i libri del vangelo non ci dicono assolutamente nulla. Per ben trent’anni Gesù ha condotto una vita nella assoluta normalità, senza nulla di particolare da dover raccontare. L’unico episodio che il vangelo racconta è la visita a Gerusalemme della santa famiglia, quando Gesù aveva dodici anni e in quella occasione rimase al tempio, dove poi fu ritrovato dai suoi genitori affranti.
Oggi, dunque, abbiamo visto Gesù che si presenta a ricevere il battesimo da Giovanni e in quel momento ci furono dei segni particolari, ci ha raccontato san Luca: “mentre Gesù stava in preghiera, il cielo di aprì e discese su di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo”.
Questi segni rivelano a Gesù, ed oggi a noi, qual è la missione che si accingeva a compiere. Innanzitutto dice il testo che, ricevuto il battesimo da Giovanni, Gesù “stava in preghiera”. È questo il primo messaggio da cogliere: Gesù stava in preghiera. Egli, comprendendo bene che era giunto il momento di cominciare la sua missione, si raccoglie in preghiera. E l’evangelista Luca, tra gli altri, è quello che più di frequente racconta di Gesù che si mette in preghiera. Il Signore, cioè, viveva un rapporto di grande intimità con Dio suo Padre e perciò sentiva spesso il bisogno di raccogliersi in preghiera perché sapeva bene che se era venuto sula terra era proprio per compiere in pienezza la volontà del Padre, cioè salvare l’umanità. E dunque sapeva bene che, per essere fedele a questa sua missione, aveva bisogno di essere sempre in piena sintonia col Padre.
Il secondo segno: “il cielo si aprì”. Con l’inizio della sua missione Gesù rivela al mondo che il cielo è ormai aperto all’umanità. Non è sbarrato, né irraggiungibile o riservato a pochi perfetti e perciò fortunati. Gesù rivela che il cielo è aperto per tutta l’umanità. Il cielo aperto vuol dire che il nostro è un Dio che ci è amico, che ci ama di un amore infinito, come Lui è infinito. Dio non è lì pronto a coglierci in fallo per farcela pagare, al contrario è un Dio amico che ci ama a tal punto da mandare il Suo figlio tra noi proprio per mostrarci come in concreto noi uomini possiamo ricevere l’adozione a figli suoi, prendendo a modello e a esempio suo figlio, l’uomo Gesù.
Ed il favore di Dio è manifestato ancora da un altro segno: lo Spirito Santo che si rende presente sotto forma di una colomba. Lo stesso segno, nella storia biblica lo troviamo nei lontani tempi di Noè, quando la fine del diluvio venne annunciato a Noè che era nell’arca, proprio da una colomba che torna con un ramoscello di ulivo, a testimonianza che Dio è tornato ad essere amico dell’umanità.
Ed infine le parole che Dio Padre rivolge a Gesù: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Il Padre, cioè, mentre il figlio Gesù si accosta a ricevere il battesimo di Giovanni, pur non avendo alcun peccato da farsi perdonare compie cioè il gesto della piena condivisione con l’umanità peccatrice, gli dice con queste parole tutta la sua approvazione e la sua vicinanza. Il Padre, cioè, condivide in pieno la scelta del Figlio Gesù, di compiere quel gesto di abbassamento verso l’umanità peccatrice e glielo dice con parole di compiacimento e di incoraggiamento. Traducendo le parole che ci riporta san Luca, è come se il Padre oggi dice al Gesù: “. Bravo figlio mio, sono immensamente felice per quello che stai facendo, la tua scelta di condividere la condizione umana peccatrice e bisognosa di salvezza realizza in pienezza il mio unico e grande sogno: quello di vedere tutti gli uomini partecipi della nostra piena ed eterna felicità”.
San Paolo a sua volta, nella seconda lettura, ci ha ricordato che “Dio Padre ci ha salvato non per opere giuste da noi compiute, ma per sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza, per mezzo di Gesù, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna”.
Viviamo dunque, carissimi, la festa del battesimo di Gesù risvegliando nella mente e nel cuore questi esaltanti pensieri di gioia grata alla Santissima Trinità per il dono della salvezza, per il destino di gioia eterna che ha preparato per tutti noi!
Amen!