Domenica di Pentecoste

31-05-2020

OMELIA
Domenica di Pentecoste
Andria, Chiesa Cattedrale, 31 maggio 2020
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La solennità della Pentecoste è il compimento della Pasqua. Il racconto degli Atti degli Apostoli nella prima lettura ci ha riferito della discesa fragorosa, solenne, rumorosa dello Spirito a Gerusalemme, ma questa non è l’unica manifestazione dello Spirito.
Lo Spirito Santo è il dono di Gesù che muore e che risorge, per cui la prima effusione dello Spirito avviene già in occasione della sua morte e risurrezione; infatti quando il Vangelo di Giovanni racconta la morte di Gesù, lo fa proprio con queste parole: donò lo Spirito, rese lo Spirito, consegnò lo Spirito dalla croce. E così pure quando Gesù risorto appare, la sera di Pasqua, ai discepoli ancora intimoriti e increduli, egli fa un gesto particolare: alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo. Come il Padre ha mandato me, così io ora mando voi”. Dunque fin dalla morte e resurrezione di Cristo, lo Spirito è donato, è dato in pienezza.
Però siccome noi siamo uomini, abbiamo bisogno di tempo per capire le cose, qualche volta abbiamo bisogno anche di essere un po’ scossi. Ecco che, nonostante le apparizioni nelle quali il Risorto aveva pure parlato di Spirito Santo, gli apostoli ancora non si decidevano a mettersi in cammino, a cominciare la loro missione. Ecco dunque il racconto che abbiamo ascoltato nel libro degli Atti: ci ha parlato di quello che accadde a Gerusalemme nel giorno di Pentecoste. Quello era già un giorno particolare per gli ebrei: a Gerusalemme c’era una grande festa, tanto è vero che si trovavano – come abbiamo sentito – tanti forestieri. In questa festa gli ebrei ricordavano e celebravano il dono della Legge data da Dio a Mosè sul monte Sinai; era una festa che manifestava la predilezione di Dio verso il suo popolo. Egli, infatti non lo aveva soltanto liberato dalla schiavitù, ma aveva stretto con loro un’alleanza, manifestata appunto dalla legge, dai comandamenti.
Non è un caso allora se proprio nel giorno di Pentecoste giunge la manifestazione solenne dello Spirito Santo, è come dire che adesso c’è una nuova legge. Non che l’antica legge quella delle tavole sia stata abolita, ma certamente con lo Spirito Santo la legge non è più su delle tavole di pietra, ma è stampata dallo Spirito nel nostro cuore.
Ora che è in azione lo Spirito Santo, il cristiano sa che se fa delle cose non è perché vuole evitare un castigo o meritare un premio, ma perché è convinto che lì c’è il bene massimo.
Ecco, dunque, si tratta di una nuova legge, che si scrive, questa volta, nel cuore. E lo Spirito Santo giunge stavolta in maniera solenne, accompagnato da alcuni segni che hanno un grande significato nel linguaggio della Bibbia; vediamoli:
Venne all’improvviso dal cielo un rombo come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa. Ecco il primo segno: il vento, questo vento violento, non un venticello leggero, dolce che ti accarezza, di cui pure c’è traccia nell’Antico Testamento. … No! Un vento che butta tutto all’aria, che spalanca le porte, che scuote il luogo dove si trovavano. Lo Spirito, cioè, giunge come scuotimento verso persone che sono intorpidite in una vita cristiana pigra, indolente, nella quale va bene tutto, si tira a campare, ma non si assume mai una decisione forte, decisa.
Il vento! Il vento è una realtà molto misteriosa: noi il vento non lo vediamo, nessuno ha mai visto il vento, noi vediamo gli effetti del vento, li sentiamo: una porta che sbatte, le foglie che volano, gli alberi che si piegano e da questi effetti avvertiamo la potenza del vento. Ecco, nella Chiesa è la stessa cosa: lo Spirito non lo vediamo, però vediamo gli effetti dello Spirito; se pensiamo: duemila anni di cristianesimo sono un effetto dello Spirito, se non ci fosse stato questo vento forte a guidare il popolo di Dio nella storia, da quanto tempo sarebbe finito tutto a causa delle persecuzioni e, purtroppo, anche delle miserie umane che ci sono sempre state e ci sono ad accompagnare il cammino della Chiesa. E invece no! Lo Spirito spinge anche le foglie morte, anche le foglie più brutte, lo Spirito le spinge lo stesso, le fa camminare. Ecco, noi dovremmo davvero sentirci spinti, mossi dallo Spirito, non mossi dalle nostre convinzioni, dalle nostre abitudini umane.
Il secondo segno attraverso cui appare lo Spirito: apparvero loro lingue come di fuoco Ecco il secondo segno: le lingue. Perché la lingua? La lingua è l’organo attraverso cui l’uomo parla, trasmette pensieri, trasmette il suo stato d’animo, le sue idee, le sue convinzioni… Le lingue! Lo Spirito Santo appare attraverso il segno delle lingue per dire agli apostoli e ai credenti: “È giunto il momento per voi di parlare”. Non esistono cristiani muti, cristiani con la lingua paralizzata; il cristiano è colui che parla e, ancor di più, dice la lettura: lingue “di fuoco”.
Ecco il terzo segno: il fuoco, che è forte, brucia, scalda, non dunque lingue piatte, addormentate, paurose, timorose.
Il vento, la lingua, il fuoco: vedete, sono tutti segni attraverso cui noi comprendiamo certamente che lo Spirito Santo è una forza, è una potenza che guida la Chiesa. Guai se non ci fosse lo Spirito Santo! La Chiesa sarebbe così un’associazione molto simile alle tante che ci sono in giro, ai tanti circoli letterari, sportivi, politici che si raccolgono intorno a un leader carismatico, intorno a un’idea, intorno a chissà che…La Chiesa è mossa dallo Spirito, l’anima della Chiesa è lo Spirito Santo e i frutti di questo Spirito sono i santi; pensiamo a questi duemila anni di storia della Chiesa quanti santi, uomini eccezionali che pur essendo e restando uomini di carne e ossa si sono lasciati muovere dallo Spirito e con la loro lingua di fuoco, con la loro testimonianza, hanno permesso al Vangelo di varcare tanti confini e di camminare lungo lo scorrere del tempo.
Allora, carissimi fratelli e sorelle, non ci resta che chiedere al Signore insistentemente, non solo oggi ma tutti i giorni: “Signore, donaci questo Spirito; Signore, fa’ che noi non opponiamo resistenza allo Spirito Santo, ma ci lasciamo da Lui guidare, sostenere, illuminare, infuocare per testimoniare, a tutti, dovunque, la nostra fede, la nostra gioia di essere cristiani, la nostra felicità di appartenere a questa realtà così misteriosa, ma così bella che è la Chiesa”.