Il dono del sacerdozio | La Diocesi di Andria celebra l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di 5 suoi sacerdoti
Venerdì 29 giugno 2018 alle ore 9:30 nella Chiesa Cattedrale “S. Maria Assunta” in Andria, la comunità diocesana celebrerà il “50° Anniversario di Ordinazione Sacerdotale” di Don Antonio Tucci, Don Giuseppe Lapenna, Don Giuseppe Leone e il “25° Anniversario di Ordinazione Sacerdotale” di Don Vito Zinfollino e di Padre Francesco Mazzotta con una solenne celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo della Diocesi di Andria Mons. Luigi Mansi.
Attualmente Don Antonio Tucci presta il suo servizio sacerdotale presso la cappellania della casa di riposo “San Giuseppe” in Andria; Don Giuseppe Lapenna presso la comunità parrocchiale “San Luigi al Castel del Monte” Andria, Don Giuseppe Leone presso la comunità parrocchiale “Cuore Immacolato di Maria” in Andria, Don Vito Zinfollino presso la comunità parrocchiale “S. Teresa” in Canosa di Puglia e Padre Francesco Mazzotta, direttore dell’emittente televisiva Tele Dehon, presta, anche, il suo servizio sacerdotale presso il Santuario “SS. Salvatore” in Andria.
La comunità ecclesiale, rende grazie a Dio per il dono e il ministero del sacerdozio che Cristo ha dato alla Chiesa e all’intera umanità.
«Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, ecco: questo è il più grande tesoro che il buon Dio possa concedere a una parrocchia, e uno dei doni più preziosi della divina misericordia». (il Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney)
L’esempio dell’offerta della propria vita, della profonda coerenza tra il suo insegnamento e la sua azione pastorale fanno del Santo curato d’Ars un modello per ogni sacerdote, qualunque indipendentemente dal contesto della sua missione. Quello che colpisce è che egli identifica pienamente il suo ministero nel dono radicale di se stesso. Ogni sacerdote prova un divario tra ciò che predica e ciò che vive realmente, nel curato d’Ars osserviamo un adattamento tale che un pellegrino, avendolo visto, esclamò: “Ho visto Dio in un uomo”.
Il cuore del sacerdote “non privatizza i tempi e gli spazi non è geloso della sua legittima tranquillità, e mai pretende di non essere disturbato”. Il pastore secondo il cuore di Dio “non difende le proprie comodità, non è preoccupato di tutelare il proprio buon nome, ma sarà calunniato, come Gesù”.
Non si ferma dopo le delusioni e nelle fatiche non si arrende; è infatti ostinato nel bene. Per questo non solo tiene aperte le porte, ma esce in cerca di chi per la porta non vuole più entrare. E come ogni buon cristiano, e come esempio per ogni cristiano, è sempre in uscita da sé è un decentrato da sé stesso, centrato soltanto in Gesù. Non è attirato dal suo io, ma dal Tu di Dio e dal noi degli uomini.
Per Papa Francesco, il sacerdote di Cristo “è unto per il popolo, non per scegliere i propri progetti, ma per essere vicino alla gente concreta che Dio, per mezzo della Chiesa, gli ha affidato. Nessuno è escluso dal suo cuore, dalla sua preghiera e dal suo sorriso. Con sguardo amorevole e cuore di padre accoglie, include e, quando deve correggere, è sempre per avvicinare; nessuno disprezza, ma per tutti è pronto a sporcarsi le mani” perché non conosce i guanti.
Cercare, includere, gioire. Queste, per Francesco, le tre parole-chiave. Il buon pastore, va in cerca della pecora perduta “senza farsi spaventare dai rischi; senza remore si avventura fuori dei luoghi del pascolo e fuori degli orari di lavoro e non si fa pagare gli straordinari”. (Papa Francesco. Omelia per il Giubileo dei sacerdoti. 3 giugno 2016).
La Santa Messa sarà trasmessa in diretta, alle ore 9:30, dalla chiesa Cattedrale di Andria su Tele Dehon.
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