I seminaristi del seminario maggiore della Diocesi di Andria, accompagnati dal vescovo diocesano Mons. Luigi Mansi e dal rettore del seminario vescovile, don Sabino Menunni, lunedì 19 luglio 2021 saranno ospiti della Casa di Accoglienza “S. M. Goretti” della Diocesi di Andria dove vivranno un momento di preghiera e di conoscenza dei luoghi di esercizio della carità della nostra comunità ecclesiale e delle opere nate dall’esperienza della Casa di Accoglienza.
I seminaristi avranno modo di conoscere i servizi di carità che la Casa Accoglienza “S. Maria Goretti” della Diocesi di Andria, presidio da anni dell’esercizio e servizio di Carità donato al prossimo, al povero, al forestiero, all’altro e a qualsiasi persona che bussa alla porta della Casa.
Ai seminaristi saranno illustrati i servizi di carità offerti al prossimo, al povero, al forestiero, all’altro e a qualsiasi persona che bussa alla porta della Casa di Accoglienza; vivranno, altresì, un momento di condivisione con gli ospiti delle case famiglia e di accoglienza della Comunità “Migrantesliberi”, presenti nella Città di Andria. Tale incontro sarà finalizzato a far conoscere i tanti volti dell’accoglienza che si celano dietro le singole storie. Per i seminaristi, sarà un’esperienza a diretto contatto con la carne viva dell’umanità, sofferente e piagata dall’indifferenza e dall’abbandono.
Un richiamo spirituale forte ai fondamentali della vocazione, infatti, sono gli anni più favorevoli quelli del seminario per imparare a stare con il Signore Gesù Cristo, imparare ad ascoltarlo e a contemplare il suo Volto. Serve dunque dedicare un adeguato impegno alla formazione spirituale visto che per il Papa l’esperienza del silenzio e della preghiera è fondamentale: «È lì, nel rimanere alla sua presenza, che il discepolo può conoscere il Maestro. Ma è essenziale anche l’incontro con Gesù nel volto e nella carne dei poveri. Anche questo è parte integrante della formazione spirituale del seminarista».
Papa Francesco nell’anno dedicato a San Giuseppe, ha ricevuto in udienza, l’11 giugno u.s., la comunità del Seminario Regionale Marchigiano ‘Pio XI’, condividendo alcuni spunti per maturare la vocazione sacerdotale, alla luce delle figure che hanno accompagnato la crescita umana e spirituale di Gesù, ricordando che la vita del seminario non riguarda estraniarsi della realtà e rivolgendosi ai seminaristi ha detto: «Attingete l’umanità di Gesù dal Vangelo e dal Tabernacolo, ricercatela nelle vite dei santi e di tanti eroi della carità…Un sacerdote può essere molto disciplinato, può essere capace di spiegare bene la teologia, anche la filosofia e tante cose. Ma se non è umano, non serve. Che vada fuori, a fare il professore. Ma se non è umano non può essere sacerdote: gli manca qualcosa. Gli manca la lingua? No, può parlare. Gli manca il cuore; esperti in umanità!».
Questo il programma:
– ore 17:30: presso la Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti”, in via Quarti, 11, preghiera per l’inizio del servizio, conoscenza dei vari servizi e testimonianze; a seguire i seminaristi si recheranno nelle case famiglia e di accoglienza per un momento di condivisione con gli ospiti e di conoscenza delle varie forme di povertà: antiche e nuove.
– ore 20:15: Rientro in Casa Accoglienza per la preghiera dei Vespri, presieduti dal Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Mansi.
– ore 21:00: “La Téranga”, la cena etnica, sociale e interculturale ideata dalla Comunità “Migrantesliberi”, per promuovere la conoscenza e l’integrazione socio-culturale di richiedenti asilo politico e persone che vivono situazioni di disagio e marginalità.
L’andare del Signore Gesù per le città, i villaggi, i territori, incontrando e fermandosi senza preferenze con tutti, ci ha insegnato che se non si indossano le stesse lenti, con la stessa gradazione, difficilmente si può vedere il volto dell’altro/a nella sua complessità.
Il volto di qualsiasi persona vivente, esprime una verità unica, irripetibile e originale. Il volto di una persona è una piccola tessera, che compone il puzzle meraviglioso dell’umanità. Il volto disarma ogni tipo di distanza. Il volto è il luogo dove l’umanità si incontra per la costruzione di legami relazionali, fondando una interpretazione della realtà antropocentrica anziché indifferente, consumistica, anonima e sconosciuta.
(ger.a.)