OMELIA
XXI Domenica del tempo ordinario
Andria, 22 agosto 2021
Letture:
Gs 24,1-2.15-17.18
Sal 33
Ef 5,21-32
Gv 6,60-69
Il brano del Vangelo di Giovanni oggi ci ha fatto ascoltare l’ultima parte di un lungo discorso che Gesù ha fatto ai discepoli dopo la moltiplicazione dei pani. Il Signore ha preso spunto da quel miracolo per fare un discorso di grande respiro in cui arriva poi a delle conclusioni molto forti e fa già intravedere il mistero dell’Eucarestia. Gesù ha detto chiaramente alla folla: “Voi mi avete seguito non perché avete ascoltato la mia parola, ma perché avete mangiato, però cercate di procurarvi non solo il cibo che perisce, il cibo che nutre su questa terra, cercate il cibo che dura per la vita eterna”. Ma la gente non capiva. “Cercate il pane della vita. Io sono il pane della vita e il pane della vita è la mia carne per la vita del mondo”, discorso dunque che giunge al cuore della fede: “Io sono il pane della vita. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno; chi mangia di me vivrà per me”.
E oggi siamo giunti dunque alla conclusione di questo discorso di Gesù. Alla folla parve proprio un discorso misterioso. Infatti molti dei suoi discepoli, dopo averlo ascoltato, dissero: “Questo linguaggio è duro. Chi può intenderlo?”, pensarono insomma: “Questo è pazzo! Che sta dicendo? Che storia è questa, che dobbiamo mangiare questo pane, che dobbiamo mangiare il suo corpo…Questo è matto! Come si fa a seguire quest’uomo che dice delle cose così strane, così misteriose, così difficili da capire? Questo linguaggio è duro!”.
In un discorso tenuto ai giovani, il grande Papa Giovanni Paolo II si soffermò a lungo su questo aspetto, per incoraggiare i ragazzi, i giovani, a prendere sul serio la parola di Gesù: “Ancora oggi – diceva il Papa – ci sono molti che di fronte alle parole di Gesù, di fronte al Vangelo dicono: questo linguaggio è duro, è difficile, è una cosa seria che impegna, chiede fatica, chiede fedeltà, talvolta chiede martirio. Non ci illudiamo. Se vogliamo seguire Cristo noi dobbiamo essere pronti ad essere martiri, cioè testimoni, cioè persone che parlano in mezzo a gente che non capisce, che ride, che insulta, che si oppone, che rigetta, che critica, che dice che siamo matti a seguire il Signore”.
Noi, quando ci dicono queste cose, ce la prendiamo un po’, perché noi vogliamo dire le cose di Gesù e subito trovare la gente che ci accoglie, ci accetta, ci applaude, invece non è così. Ben presto ci accorgiamo che tante volte chi porta la parola del Signore è snobbato, è criticato, è preso in giro, mille pretesti, mille scuse per dire che diciamo sciocchezze e allora ecco la parola del Signore come si rivela attuale.
Anche noi certe volte, diciamo la verità, anche noi di fronte a delle scelte forti della vita siamo tentati di dire: “Questo linguaggio è duro. È duro!”. Come si fa, ad esempio, ad essere fedeli per sempre nel matrimonio, quando ci sono mille tentazioni ad ogni momento, ad ogni angolo di strada? Come si fa a vivere nella purezza l’attesa del matrimonio, quando ci sono mille sollecitazioni? Come si fa ad essere sinceri nelle amicizie? Come si fa a perdonare una persona che ti ha fatto del male e che ha detto delle cose cattive su di te, che ti ha calunniato? Come si fa? Questo linguaggio è duro, certo che è duro! Gesù non scherzava quando diceva: “Chi vuole essere mio discepolo prenda la sua croce e mi segua”: Ecco che l’Eucarestia allora diventa il punto più alto del Vangelo, credere davvero che in un pezzo di pane sull’altare c’è il Signore dell’universo è il punto più alto della fede; se solo ci pensiamo ci vengono i capogiri.
E allora su questo Gesù non è disposto a trattare, sull’Eucarestia, cioè sul cuore del Vangelo, l’amore in fin dei conti, perché l’Eucarestia quello è, l’amore, Gesù non è disposto a trattare, no! E quando i discepoli, non la folla generica e anonima, ma molti dei discepoli, come dice il Vangelo si tirarono indietro e non andarono più con Lui, Egli non scende a compromessi. Si ritrovò Lui solo con i dodici. Ma Gesù tiene duro e affronta i dodici in una maniera assolutamente inattesa: “Ve ne volete andare pure voi? Questa è la parola di Dio oggi per noi. Su questo il Signore non è disposto a trattare. O mi seguite fino in fondo oppure…”.
Sì, queste parole di Gesù sono rivolte a noi oggi, anche noi tante volte siamo aggrediti dal dubbio, dall’incertezza, dalla tentazione, vedendo tante persone come noi che magari per un certo tempo hanno pure seguito la Chiesa e poi se ne sono andate, perché si sono stancate…E’ normale perciò che venga pure a noi la tentazione, ma Gesù ci sorprende con le sue parole che non lasciano spazio ad equivoci e chiedono una scelta precisa: “Ve ne volete andare pure voi?”, ma questo è il Vangelo, non c’è da discutere”.
Le parole di Pietro siano le nostre parole oggi: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. È dura, è difficile, è misterioso, ma sono le uniche parole che durano per la vita eterna; non durano una stagione, non durano nemmeno solo per questa vita, le tue parole sono parole di vita eterna. Signore, da chi andremo?
Quante parole si sentono oggi! Quanti predicatori, quanti pontefici nel mondo dell’economia, della politica, dello spettacolo! Ognuno va, sale sul pulpito e canta la sua verità e tutti quanti, platee immense ad applaudire. Ma quali verità? Sono verità parziali che durano adesso perché vanno di moda, tra qualche tempo le stesse persone diranno altre cose completamente diverse, forse anche in contrasto, ma non importa, perché cercano il successo.
Il cristiano non cerca il successo, il cristiano cerca la vita eterna, del successo non gliene importa niente.
Signore, da chi andremo? Diciamolo con tutto il cuore oggi: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna!”.