OMELIA
Solennità della SS. Trinità
Andria, Chiesa Cattedrale, 7 giugno 2020
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Carissimi fratelli e sorelle,
Oggi noi siamo chiamati a contemplare il mistero della Trinità, e dobbiamo subito dirci che ci troviamo di fronte a una realtà troppo grande, dinanzi alla quale siamo davvero piccini, insufficienti, incapaci di trovare parole adatte. Com’è la Trinità? Com’è questo mistero?
Diciamo innanzitutto che questo mistero è stato manifestato a noi da Gesù Cristo. Prima di Lui, infatti, nessuno sapeva niente della Trinità, nessuno si immaginava niente; è stato Lui che, ha cominciato a parlare del Padre. E questo discorso è parso talmente nuovo da trovare non poche resistenze nei suoi ascoltatori. E non dimentichiamo che il fatto di dichiararsi figlio di Dio è stato uno dei motivi per i quali i giudei chiesero a Pilato la condanna a morte di Gesù, come se mettesse in discussione la fede millenaria di Israele nell’unicità di Dio.
Nel Vangelo poi Gesù ci parla di Dio che manda il Figlio, in tante parti dice espressioni molto forti a riguardo: “Padre Mio e Padre vostro…Quando pregate dite: Padre nostro…”. E poi, per quel che riguarda lo Spirito Santo, è stato Lui che ci ha rivelato questo mistero quando, verso la fine della sua vita pubblica, diceva: “Io vi vorrei dire ancora tante cose, ma non le capirete. Quando vi manderò lo Spirito Santo, Lui vi manifesterà la verità, tutta intera, Lui vi guiderà”.
Ecco, è per mezzo di Gesù che noi possiamo entrare, far capolino nel mistero della Trinità, un mistero che è come uno sconfinato oceano, nel quale noi ci perdiamo, ci smarriamo tanto è grande, eppure è un mistero che ci è stato donato, offerto. Quando Gesù, salutando sul monte i suoi discepoli, dette le ultime indicazioni, parlò esplicitamente della Trinità, facendo riferimento al Battesimo; le ultime parole di Gesù sono proprio queste: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate, dunque, ammaestrate tutte le nazioni e battezzatele nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
Gesù definisce così il compito della Chiesa. I cristiani sono chiamati ad ammaestrare, ad annunciare a tutte le nazioni, a tutti gli uomini l’amore di Dio; il mistero della Trinità è mistero di amore. “Ammaestrate tutte le nazioni e battezzatele”: ecco il compito della Chiesa, battezzare tutte le genti, cioè far sì che veramente si compia il progetto, il disegno di Dio, che è quello di fare dell’umanità tutta intera una sola famiglia, anche se poi siamo in tanti, diversi, diversissimi per cultura, per età, per formazione ricevuta, per ceto sociale, per lingua, per razza, per colore della pelle; anche se ci sono tutte queste diversità, l’umanità ha un destino da raggiungere ed è quello di diventare una cosa sola a modello della Trinità.
Sicché la Trinità diventa il modello dell’umanità; come è la Trinità così è destinata ad essere l’umanità: unità nella diversità; il Padre è diverso dal Figlio, sono due persone diverse; il Figlio è diverso dallo Spirito Santo, ma questa diversità è armonizzata in una sola realtà; sono tre, ma sono talmente uniti nell’amore che alla fine non sono più tre ma una cosa sola e, quando Gesù pregava il Padre nella notte del giovedì santo, questo chiedeva per i suoi discepoli: “Padre, io ti chiedo che siano una cosa sola come noi”.
Gesù faceva riferimento alla Trinità: come la Trinità è una nella diversità delle persone, così l’umanità è destinata ad essere una, pur nella diversità delle persone, chi è bianco, chi è nero, chi è bravo, chi è meno bravo, chi sa fare una cosa, che sa fare un’altra…, ma questa diversità non deve essere mai motivo di guerre, di lotte, di contesa, deve diventare invece motivo per creare una grande armonia, dove nessuno fa guerra con nessuno, perché tutti insieme cercano una cosa sola: il regno di Dio, che è il regno dell’amore. Quando Dio è tutto in tutti, allora non c’è più guerra, ogni diversità si compone in una grande armonia, non c’è più competizione, non c’è più male.
Ecco che la festa della Trinità diventa davvero la festa in cui noi contempliamo l’immagine a cui ci dobbiamo ispirare; quando Gesù dice che tutte le genti le dovete battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, questo vuol dire: tutta l’umanità è chiamata ad incamminarsi verso questo grande destino: somigliare alla Trinità, costruire una grande unità dove siamo felici tutti, insieme, dove non sono felici solo alcuni, i fortunati, dove non stanno bene solo alcuni, quelli che se lo possono permettere, dove sono felici tutti, dove stanno bene tutti, perché tutti hanno scoperto di essere come tessere in un grande e stupendo mosaico che è la storia dell’umanità. E questa storia è ancora agli inizi; sbagliamo quando noi pensiamo di essere ormai vicini alla fine del mondo e si cominciano a fare calcoli come se dovesse arrivare da un momento all’ altro, è un grande errore; Gesù dice: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni”.
Tutte! E quindi ce n’è ancora da fare, eccome! Siamo ancora agli inizi, sapete; siamo ancora ai primi passi della storia dell’umanità, sono duemila anni di vita di chiesa, ma sembra che abbiamo cominciato appena ieri; il mistero della Trinità è ancora tutto intero davanti a noi. E questo cammino noi lo dobbiamo compiere con una certezza nel cuore, quella che ci ha dato Gesù: “ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Gesù è con noi, non siamo soli, abbandonati a noi stessi, al nostro destino; certo, la vita è dura, è difficile, complicata ma non siamo soli, abbiamo questa presenza misteriosa che Gesù ci ha assicurato: “Io sono con voi tutti i giorni”. Allora, nel giorno in cui va tutto bene, Gesù è con noi e lo ringraziamo; nel giorno in cui non va bene, ci sono problemi, ci sono dolori, Gesù è con noi e ci affidiamo a Lui; l’importante è non essere soli; l’importante non è non aver guai, quelli comunque ci sono; l’importante è scoprire quella presenza, anche nei momenti più critici e, abbandonandoci a Gesù, camminare sempre verso quella meta di cui parlavamo prima: l’unità! La Trinità ci chiama tutti all’ unità.
Ecco, dunque, siamo seduti tutti intorno a questa mensa, la mensa dell’Eucaristia in cui Gesù si fa pane per noi, per renderci forti, per aiutarci a credere in tutte queste cose e per aiutarci a camminare speditamente verso il destino di gloria che il Signore ha preparato per tutti: Unità nella Trinità!