OMELIA
V Domenica di Pasqua
Andria, Santuario SS. Salvatore, 10 maggio 2020
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Siamo alla quinta domenica di Pasqua e torna sempre più intenso l’invito a renderci, di questo mistero di morte e risurrezione di Gesù, non solo e non tanto spettatori gioiosi e festosi ma protagonisti che vivono in pienezza la novità del Signore Risorto. Da veri e buoni cristiani, dobbiamo far sì che la nostra vita sia sempre più pervasa, contagiata, trasformata da questo mistero.
E le letture, naturalmente, sono di una ricchezza straordinaria, soprattutto perché per aiutarci a vivere l’evento della Pasqua, dedicano in questa domenica particolare attenzione al mistero della Chiesa, che è il frutto pieno della Pasqua. Vedete, c’è sempre il pericolo di vivere la fede come un fatto privato; ognuno di noi ha sempre la tentazione di rifugiarsi in una fede individualistica, per la quale ci si mette in rapporto con Gesù, la Madonna, i Santi a tu per tu. E così ognuno si prega il suo Gesù come gli piace, quando gli piace, se gli piace… Spesso accade che si avverte poco interesse e quindi poco spazio alla vita di fede gli altri che, invece, talvolta vengono percepiti come causa di disturbo. Per non dire poi che addirittura noi arriviamo ad attribuire agli altri tutte le colpe che ci impediscono di essere quello che vogliamo.
E invece la parola di Dio di questa domenica ci aiuta a riscoprire che la fede è una sola ed è quella della Chiesa. Per cui se vogliamo vivere con intensità il rapporto con Cristo, noi dobbiamo vivere con intensità la nostra realtà di uomini e donne di Chiesa. E dobbiamo subito aggiungere, che la Chiesa non è fatta di angeli, ma di persone, uomini e donne concreti. Ognuno ha la sua storia, i suoi limiti, i suoi difetti, i suoi problemi, i suoi guai…ma poche volte prendiamo coscienza che ognuno ha i suoi doni con i quali edifica la Chiesa.
E così nella seconda lettura, tratta dalla lettera di San Pietro, si sottolinea fortemente l’idea della costruzione: Ci ha detto San Pietro: “Carissimi, stringendovi a Cristo pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale”. Venite impiegati come pietre vive! Ecco il mistero della Chiesa. Che cos’è la Chiesa? Per molti di noi la Chiesa è il luogo dove si va a sentire la messa, dove si vanno a fare certe pratiche, dove si va a incontrare la comunità in certi momenti…La Parola di Dio oggi ci ricorda invece che la Chiesa è una realtà viva, siamo noi e ognuno di noi è pietra viva di questa Chiesa.
Ma dobbiamo subito dirci che possiamo essere pietre vive soltanto se siamo uniti a Cristo; perciò se siamo uniti a Cristo, saremo anche uniti tra noi e saremo davvero Chiesa, come vuole il Signore. Certo, ci sono mille problemi perché c’è la concretezza della vita di tutti i giorni, ci sono i difetti delle persone, i limiti che ogni realtà umana porta con sé, ma se siamo stretti – come dice San Pietro – stretti a Cristo, pietra viva, non stiamo a pensare ai difetti, ai problemi, alle cose che non vanno, ma cerchiamo sempre e comunque il meglio, per donare la novità di Cristo Risorto al mondo..
E se qualcosa non va, non importa, noi dobbiamo costruire il regno di Dio ed è chiaro che, in questa costruzione, ognuno di noi deve pagare il suo prezzo in termini di sacrificio, di fatica, di rinuncia, di sconfitta…
Mai dobbiamo dimenticare che la Chiesa è di Dio, non è nostra, noi dobbiamo imparare a mettere da parte le nostre pretese di riuscita, di imporre progetti, idee, vedute… In una parola, che può sembrare esagerata, lasciatemi dire: dobbiamo mettere da parte, a volte, la pretesa di servirci della Chiesa per portare avanti le nostre persone. Noi dobbiamo servire la Chiesa, non servirci della Chiesa. E allora, se per servire il mistero della Chiesa, che è il mistero di Cristo perennemente presente e operante nella storia, noi dobbiamo qualche volta tacere, incassare un torto, incassare un dispiacere, non importa! Offriamolo per amore di Dio, solo così si costruisce la Chiesa, attraverso quest’amore alla causa di Dio che ci fa subire, anche volentieri, qualche umiliazione.
Ma perché Pietro, Paolo, Andrea, Giovanni erano migliori di noi? Li abbiamo conosciuti nei racconti del Vangelo che erano uomini fragili pure loro…Eppure il Signore a loro ha affidato il regno di Dio, così come lo affida a noi oggi. Noi partecipiamo alla vita della Chiesa per essere aiutati ed aiutarci tutti ad offrire a Dio il dono della nostra vita per la salvezza del mondo. Chi vive con intensità la realtà della Chiesa, questo prima o poi lo impara.
Impariamo, allora, a costruire la Chiesa attraverso il dono della nostra vita. Gesù è la prima pietra in questa costruzione. Restando uniti a Lui, anche noi diventiamo pietre vive.
Ma poi c’è l’immagine con la quale Gesù Risorto oggi si presenta a noi: io sono la Via, la Verità e la Vita.
Proviamo a riflettere insieme: Il Signore risorto è la via.
Quando dobbiamo raggiungere una destinazione, se non conosciamo la strada che cosa facciamo? Prendiamo una cartina geografica e la cerchiamo. Se la destinazione della nostra vita è la gioia eterna, il paradiso, ecco, oggi Gesù ci dice che lui “è” la via. Non si tratta di una delle tante vie possibili. Lui, Gesù è “la” via, è l’unica, non ci sono strade alternative che ci possano condurre a vedere realizzata ogni nostra aspettativa e desiderio di bene.
Gesù è “la via”, l’unica che ci porta alla salvezza; quello che Gesù ha detto per noi è un riferimento obbligato. Se noi vogliamo essere veramente felici, e chi non lo desidera davvero, cari fratelli? dobbiamo percorrere la via che Gesù ci ha tracciato, la via del Vangelo, dobbiamo fare le cose che lui ha detto e ha fatto.
E che cosa ha detto Gesù? Ci basta pensare, alle beatitudini, al discorso della montagna: l’amore verso i nemici, il perdono…Se noi vogliamo dirci veramente cristiani su questi temi noi ci giochiamo tutto. “Io sono la via”, ci ha detto Gesù, non ci sono altre vie. Ascoltare quello che Gesù ha detto, imitare quello che Gesù ha fatto.
Io sono la via. Annunciare questo vangelo oggi è impegnativo, qui dentro c’è tutto il vangelo. Ma, aggiunge Gesù: la Via, la Verità, la Vita. Cioè Gesù non si accontenta di indicarci sé stesso come strada, come esempio da imitare. Dice molto di più, dice che egli è via perché lui dona sé stesso come pienezza di verità e di vita. È solo accogliendo Lui e i suoi doni nella nostra vita, che tutto ciò diventa possibile. Chiediamo perciò al Signore, cari fratelli, che ci aiuti a consegnarci a lui senza riserve e senza pretese.
AMEN!