SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

“Cercate di essere veramente giusti” | (Deuteronomio 16, 18-20)

SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI (18-25 gennaio 2019)

Don Mario Porro
Direttore Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo

Giunge la Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani, una Settimana piena di gioia e commozione, di responsabilità e di dovere, poiché ha come scopo la realizzazione della volontà del nostro Salvatore Gesù Cristo: “Che tutti siano una cosa sola” (Gv17, 21).

In tutto il mondo, come cristiani, ci riuniamo in preghiera per crescere nell’unità. Lo facciamo in un mondo in cui la corruzione, l’avidità, l’ingiustizia causano disuguaglianza e divisione. La nostra è una preghiera unita in un mondo frantumato, per questo è incisiva. Ciò nonostante, come singoli e come comunità siamo spesso complici di ingiustizie, laddove, invece, come cristiani siamo chiamati a rendere una testimonianza comune in favore della giustizia.

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2019 è stata preparata dai cristiani dell’Indonesia. Il numero dei suoi abitanti ammonta a circa 265 milioni, di cui l’86% professa l’Islamismo, mentre il 10% il Cristianesimo di varie confessioni. In questa diversità di etnia, lingua, e religione, gli indonesiani hanno vissuto secondo il principio di gotong royong che significa “vivere nella solidarietà e nella collaborazione”. Ciò implica il condividere tutti gli aspetti della vita, del lavoro, i dolori e le feste, e considerare tutti gli indonesiani come fratelli e sorelle. Questa armonia sempre fragile è oggi minacciata in modi nuovi. La crescita economica che l’Indonesia ha registrato nelle recenti decadi è stata costruita su un sistema competitivo nella sostanza, in netto contrasto con la collaborazione del gotong royong.

La corruzione si manifesta in varie forme; colpisce la politica e il mondo degli affari, spesso con conseguenze devastanti per l’ambiente; mina la giustizia e l’applicazione della legge. Troppo spesso coloro che devono promuovere la giustizia e proteggere i deboli, agiscono in modo contrario; di conseguenza, si allarga il divario tra ricchi e poveri, e così un paese ricco di risorse soffre lo scandalo di avere molta popolazione che vive in povertà.

In tale contesto le comunità cristiane diventano consapevoli della loro unità quando convergono in una comune attenzione e una comune risposta ad una realtà di ingiustizia. Nel contempo, a fronte di queste ingiustizie siamo obbligati, come cristiani, ad esaminare i modi in cui possiamo essere stati coinvolti in queste forme di ingiustizia. Solo ascoltando la preghiera di Gesù “che tutti siano una cosa sola” (Gv 17, 21) possiamo testimoniare di vivere l’unità nella diversità. È attraverso la nostra unità in Cristo che saremo in grado di combattere l’ingiustizia e di offrire quanto necessario alle sue vittime.

Mossi da tale preoccupazione, i cristiani in Indonesia hanno trovato che le parole del Deuteronomio “Cercate di essere veramente giusti” (Dt 16, 18-20) parlassero in modo vigoroso della loro situazione e delle loro necessità. Prima di entrare nella terra promessa, il popolo di Dio rinnova l’impegno all’Alleanza che Egli ha stabilito con loro. La pericope si trova in un capitolo il cui tema centrale sono le festività da celebrare. Dopo ogni festeggiamento, il popolo è istruito: “[…] farete festa voi, i vostri figli e le figlie, i vostri schiavi e le schiave, i leviti, i forestieri, gli orfani e le vedove che abiteranno nelle vostre città” (Dt 16, 14). I cristiani indonesiani cercano di riscoprire quello stesso spirito di feste condivise tra le comunità, che c’era in passato.
Quale popolo dell’Alleanza stabilita in Gesù, sappiamo che le delizie del banchetto celeste saranno date a quelli che hanno fame e sete di giustizia e che sono perseguitati perché Dio “ha preparato in cielo una grande ricompensa” (Mt 5, 12). La Chiesa di Cristo è la salvezza e il futuro dell’umanità. La divisione è opera del Male e, di conseguenza, è fallimento del popolo, che non riuscirà ad essere segno dell’amore. Non dobbiamo dimenticare che l’ingiustizia non solo ha reso più pericolosa la divisione sociale, ma ha anche alimentato le divisioni nelle chiese, che sono giunte al punto di vivere separatamente per più di mille anni, a volte con fanatismo, odio, senza preghiera e solidarietà. Senza dubbio le divisioni esistenti sono causa dell’ingiustizia.

La Chiesa di Cristo è chiamata ad essere primizia di questo regno. Tuttavia, se rimaniamo nella nostra disunione, presto falliremo e non riusciremo ad essere segno dell’amore di Dio per il suo popolo. Così come l’ingiustizia ha fomentato la divisione che ha deteriorato la società indonesiana, ha anche alimentato le divisioni nella Chiesa.

Ci pentiamo dell’ingiustizia che causa divisioni – scrivono i membri della Commissione Internazionale – e, come cristiani crediamo anche nella potenza di Cristo che perdona e guarisce. E così, ci troviamo uniti sotto la croce di Cristo, invocando sia la sua grazia per combattere l’ingiustizia, che la sua misericordia per i peccati che hanno causato la nostra divisione.

La riflessione per gli otto giorni e la celebrazione ecumenica sono incentrate sul tema principe del versetto. Per approfondire la riflessione sull’unità e sulla giustizia, il tema di ciascun giorno è stato scelto con attenzione per presentare lotte che sono il risultato di situazioni di ingiustizia.

I temi sono:
Giorno 1: Il diritto scorra come acqua di sorgente (Amos 5, 24)
Giorno 2: Semplicemente, dite ‘sì’ quando è ‘sì’ e ‘no’ quando è ‘no’ (Matteo 5, 37)
Giorno 3: Il Signore è bontà e misericordia con tutti (Salmo 145[144], 8)
Giorno 4: Contentatevi di quel che avete (Ebrei 13, 5)
Giorno 5: Portate il lieto messaggio ai poveri (Luca 4,18)
Giorno 6: Il suo nome è: il Signore dell’universo (Geremia 10, 16)
Giorno 7: O donna, davvero la tua fede è grande! (Matteo 15, 28)
Giorno 8: Il Signore è mia luce e mia salvezza (Salmo 27[26], 1)

Preghiamo perché la nuova Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2019 illumini, tramite lo Spirito Santo, altri fedeli a diventare diaconi ed evangelizzatori della Volontà di Dio: “che tutti siano una cosa sola” (Gv 17, 21), generosi discepoli e potenti testimoni dell’amore, della pace e della solidarietà.